Negli ultimi anni è notevolmente aumentata la frequenza dei pazienti che vorrebbero migliorare l’estetica del proprio sorriso, nonché la colorazione naturale dei denti, correggendone le discromie in modo semplice, non invasivo, e senza causare alterazioni dello smalto.
Una delle richieste più frequenti è relativa all’impiego di un trattamento semplice, molto efficace e comodo da utilizzare ma, vista la presenza di diverse tecniche di sbiancamento, è sempre consigliato rivolgersi ad un professionista dello studio, per personalizzare la scelta in base al caso clinico e alle esigenze.
Indicazioni: come e quando si può eseguire?
Per poterlo effettuare è necessaria la presenza di una buona e corretta salute ed igiene orale, di gengive sane e non sanguinanti; può essere effettuato sia su denti vitali, sia su denti devitalizzati. In quest’ultimo caso, tuttavia, la procedura è leggermente più complessa e richiede la presenza dell’odontoiatra.
Lo sbiancamento può essere consigliato anche a coloro che presentano sensibilità dentale, previo però il trattamento desensibilizzante in studio e domiciliare.
Si ricorda infine che non può essere eseguito su protesi fisse, ma solo su denti naturali e che non modifica il colore della radice del dente, qualora questa fosse esposta.
Sbiancamento professionale o domiciliare?
Gli sbiancamenti si possono dividere in due grandi categorie:
Professionale: è quello che viene attuato dall’igienista dentale presso lo studio dentistico, attraverso l’uso di un gel a base di perossido di idrogeno o di carbamide, in una percentuale variabile a seconda del caso (solitamente dal 35% e 40%). Per un risultato ottimale potranno essere effettuate fino a 3 sedute a distanza di una settimana l’una dall’altra, della durata di un’ora ciascuna.
Domiciliare: può essere eseguito comodamente a casa ma rende necessario comunque un passaggio dallo studio prima di iniziare il trattamento, volto a fornire il materiale necessario e le indicazioni per un utilizzo corretto e sicuro. Il prodotto è un gel a base di perossido di carbamide al 10% o al 16% che viene posizionato in apposite mascherine fatte su misura, simili ad un bite, allo scopo di contenerlo e porlo a contatto con lo smalto del dente. Questa tecnica consente di incrementare l’azione sbiancante riducendo i tempi di applicazione e la disidratazione degli elementi dentali (contiene un’ elevata percentuale di acqua), e di garantire importanti risultati visibili già dalla prima applicazione.
E’ importante precisare che l’esito finale è diverso da individuo ad individuo, a causa delle caratteristiche intrinseche e strutturali dello smalto, che influenzano la risposta a questo tipo di trattamento.
In media, un trattamento professionale correttamente eseguito porta ad un effetto che dura almeno 6/8 mesi, mentre quello domiciliare può arrivare fino a 12/15 mesi.
Il nostro consiglio DENS:
Spesso l’attenzione di molti si focalizza sul metodo “fai da te”, attraverso l’utilizzo di dentifrici sbiancanti, bicarbonato, limone, salvia, coca cola e atri prodotti. Il web suggerisce infatti molte soluzioni che appaiono efficaci, semplici, veloci ed apparentemente senza rischi. È tuttavia importante sottolineare che queste procedure sono rischiose per lo smalto, creando delle vere e proprie abrasioni (non visibili da subito), alterandone l’ integrità e la struttura, indebolendolo e rendendolo più fragile.
Lo staff di DENS saprà darti in ogni momento le migliori indicazioni per poter eseguire in tutta tranquillità e sicurezza il tuo sbiancamento dentale.
Rivolgiti sempre a dei professionisti, perché questo è ciò che può fare la differenza!
Dott. Luca De Blasi
Fonte: dens-italia.it